La difficile congiuntura economica odierna di privati ed imprese sta, da un lato, incrementando l’accesso alle procedure previste dalla L. 3/2012 e, dall’altro, modificando il mercato dei crediti deteriorati, con una conseguente diminuzione dei crediti UTP e maggior presenza di crediti NPL.
Quanto al primo aspetto, ad oggi, il numero dei soggetti a cui è consentito il ricorso alle “procedure di ripianamento del debito” è piuttosto ampio. Basti pensare che si tratta, infatti, di tutti quei soggetti ai quali, in generale, è precluso accedere a strumenti come l’esdebitazione, la transazione fiscale e l’accordo di ristrutturazione: tra essi, quindi, troviamo certamente i consumatori in difficoltà finanziaria, gli imprenditori commerciali privi dei requisiti di fallibilità, indipendentemente dalle dimensioni, gli imprenditori commerciali che hanno cessato la propria attività da oltre un anno, gli imprenditori agricoli, i lavoratori autonomi, i professionisti, le società tra professionisti, gli enti no profit, le start-up innovative.
Relativamente, invece, al mercato dei crediti, ciò che oggi accade è che spesso il credito UTP patisca una vera e propria involuzione e, passato a sofferenza, evolva e si muti in credito NPL. È ragionevole ritenere infatti che, a causa della mancanza di lavoro e della chiusura delle attività produttive, i crediti potenzialmente a sofferenza (che in tempi antecedenti la pandemia potevano rientrare in bonis attraverso un’azione multidisciplinare e condivisa volta ad agevolarne la gestione proattiva e stragiudiziale) ora vadano ad implementare le fila della già nutrita schiera di crediti deteriorati. In questo quadro, è auspicabile dunque che il legislatore elabori strategie adeguate alla gestione ed allo smaltimento della grande mole di crediti presenti sul mercato, attraverso ad esempio le cartolarizzazioni ovvero l’accesso agevolato a strumenti quali gli accordi di ristrutturazione privatistica o concorsuale e l’escussione delle garanzie, agevolando in qualche modo tutti i percorsi di definizione stragiudiziale del debito.
Tutto ciò incide sull’analisi del caso specifico, sia debitorio che creditorio, che viene sottoposto alla nostra attenzione dal nostro assistito: l’obiettivo, soprattutto in questo periodo, è districarsi nelle alternative messe a disposizione dalla legge ed offrire la soluzione migliore al cliente per la gestione del suo debito/credito.
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